Con le dimissioni di Draghi la politica italiana ha scritto una delle pagine più vergognose della sua storia
Si dice che il potere sia la droga più potente che esiste e che, una volta assaporato, non se ne possa fare più a meno. Quindi capisco perché i politici italiani abbiano fatto cadere il governo.
Piccoli esseri costretti a vivere all’ombra del gigante Draghi, un essere umano superiore rispetto a loro per carisma, curriculum e preparazione. Perciò sì, è stata l’invidia a far cadere questo governo. Lasciate stare le logiche politiche o il bene del Paese o le altre balle che ci raccontano: Draghi le cose le faceva e loro stavano perdendo la faccia e i voti. Hanno atteso la prima scusa utile – la realizzazione di un termovalorizzatore a Roma che tra gli abitanti della capitale è osteggiato solo dai cinghiali che dai cassonetti stracolmi si cibano – e questi piccoli esseri hanno deciso che era l’ora di vendicarsi di un uomo (non politico) che stava erodendo ogni giorno di più il loro potere, i loro elettori e quindi il perpetuarsi di quel potere. Incuranti della situazione drammatica in cui si trova l’Italia, hanno scritto una delle pagine più vergognose della politica italiana. Nel mezzo di un cammino lento ma necessario di riforme strutturali hanno deciso di staccare la spina.
C’era un patto con i partiti politici per portare a termine le riforme, dice Draghi, che è venuto meno, ma, caro (ex) presidente, dovrebbe sapere che i patti si fanno solo con le persone oneste.