Elezioni amministrative a due velocità per la coalizione di centrodestra: perde (male) a Milano e rischia a Roma, ma Occhiuto di Forza Italia trionfa in Calabria
Ci andrei cauta. Proiettare l’analisi di questo voto amministrativo su scala nazionale, come vedo fare da tutti i media e molti politici autorevoli, è un esercizio affascinante ma pericoloso. Queste elezioni hanno dato alcuni verdetti definitivi, certo, ma sono lo specchio fedele di ciò che accadrebbe in caso di elezioni politiche? Il centrodestra ha preso meno voti di quanto ci si aspettava, ma ha fallito laddove i candidati erano più deboli. In Calabria Roberto Occhiuto di Forza Italia, scelto da Silvio Berlusconi, è diventato governatore al primo turno e la migliore analisi l’ha fatta il segretario del Pd Enrico Letta: “Senza Berlusconi il centrodestra non è più in grado di essere una cosa unica, di scegliere candidati». E infatti Sala ha stravinto su Bernardo a Milano e Michetti, a Roma, dato per super favorito, deve giocarsi, ora da sfavorito, un ballottaggio con il candidato Pd Gualteri. Ma se, per assurdo, si fossero presentati Giorgia Meloni a Roma e Matteo Salvini a Milano i risultati sarebbero stati gli stessi? Non credo, e questo dimostra che non basta agitare la bandiera di un partito per essere eletto, il popolo vota la persona. E spero che continui sempre così. È una lezione che devono imparare i politici che, per ottenere un risultato alle urne, inventano coalizioni destinate a sgretolarsi a elezioni finite. La sinistra, nonostante il successo, lamenta la mancanza di un federatore (nuova parola, molto di moda, del vocabolario politico con la quale si intende una persona capace di mettere insieme diversi partiti in un’unica coalizione), a destra c’è, ed è sempre, da quasi trent’anni, Silvio. Berlusconi. E quando alleati e magistrati lo lasciano lavorare dimostra con i fatti tutta la sua lucidità politica.